Il progetto di conservazione della XIII Cappella:
Il progetto di conservazione della XIII Cappella: LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO, VIALE DELLE CAPPELLA DEL SACRO MONTE VARESINO
Il progetto di conservazione della Cappella XIII rientra nella seconda fase del Bando Promuovere buone prassi di prevenzione e conservazione del patrimonio storico e architettonico ed è il risultato di un complesso programma di indagine e individuazione di una strategia conservativa valevole per i nove Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia.
Nell’ambito di questo progetto, il Sacro Monte varesino è stato utilizzato come caso studio, poiché si presenta come il sito più uniforme ed omogeneo, che racchiude alcune delle caratteristiche riscontrabili singolarmente negli altri Sacri Monti.

Il restauro conservativo è stato intrapreso dall’architetto Gaetano Arricobene come direttore dei lavori, e dalla ditta ICSA srl di Sesto Calende del restauratore Bruno Giacomelli, ed è parte del più ampio progetto “Lo scrigno del Sacro Monte di Varese: caso studio per la conservazione programmata dei Sacri Monti”.

Più nello specifico, gli interventi eseguiti per la Cappella XIII sono stati frutto di un’emergenza conservativa, viste le condizioni preoccupanti in cui versavano le sue parti statuarie e parietali. Le indagini svolte, oltre che testare il “sistema”, hanno quindi fornito un valido supporto diagnostico per la stesura del progetto di intervento conservativo.
La struttura della Cappella è stata realizzata in materiale laterizio e lapideo, con parti ad intonaco e decorative. Per i prospetti esterni si è ricorso all’utilizzo della Pietra di Viggiù, proveniente dalle cave della fascia sud prealpina della provincia di Varese; mentre l’interno ha previsto cospicui interventi dedicati alle decorazioni della volta, delle pareti e alle ventinove statue in terracotta policroma presenti.

Nello specifico, le operazioni eseguite hanno riguardato:
  • l’involucro edilizio della cappella, intervenendo sulle coperture, sulle lattonerie e sui paramenti murari, sia in pietra che intonacati;

  • le superfici interne decorate con preziosi dipinti murali, presenti sia nella volta che sulle pareti, la cui reintegrazione cromatica è stata eseguita mediante leggere velature sovrapposte, come campionate e scelte con le varie figure responsabili;

  • le 29 statue in terracotta policroma, restituendo alla Cappella la veste esteriore e lo stato di conservazione che, a circa trent’anni dall’ultimo intervento, risultavano alquanto compromessi. La reintegrazione pittorica è stata concordata con la Direzione Lavori e la Soprintendenza scegliendo il metodo “mimetico”, per velature sovrapposte ma sottotono. Mentre i ritocchi dei restauri precedenti sono stati volutamente lasciati per scelta della Soprintendenza.

  • L’inserimento di un nuovo e tecnologico impianto di deumidificazione, impostato dopo un’accurata valutazione degli specifici parametri termoigrometrici della cappella.


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