Conclusi i restauri dell'Arco di San Carlo del viale del Sacro Monte
Conclusi i restauri dell'Arco di San Carlo del viale del Sacro Monte VENERDÌ 16 DICEMBRE PRESENTAZIONE DEI LAVORI AL CENTRO ESPOSITIVO MACCHI

Venerdì 16 dicembre 2016 alle ore 10.30 presso il Centro Espositivo Monsignor Pasquale Macchi vicino alla Prima Cappella si è tenuta la presentazione dei lavori di restauro al secondo arco del Viale delle Cappelle, a cura della Parrocchia di Santa Maria del Monte, in collaborazione con Fondazione Paolo VI e Archeologistics SNC.

Per saperne di più guarda la Gallery e leggi di seguito l'estratto della relazione tecnica relativa al restauro. 
Guarda QUI l'intervita fatta a Monsignor Erminio Villa e a Cristiana Antonioli su Rete 55.

I recenti lavori di restauro all’Arco di San Carlo – svoltisi nel periodo autunnale grazie al contributo di UBI Banca Popolare di Bergamo e della Fondazione UBI per Varese onlus - hanno interessato gli intonaci, gli elementi in pietra e le coperture del monumento seicentesco, sotto la direzione di ICSA e l’autorizzazione della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Milano.

Il Secondo Arco segna l’inizio dei Misteri Dolorosi, in un tratto in cui il viale si restringe e si fa ripido e la rigida austerità dell’arco, più compatto e severo del primo, introduce alla riflessione sulla Passione e della Morte di Cristo. Questo secondo arco prende nome dalla statua di San Carlo benedicente che la sormonta - scolpita in pietra di Viggiù intorno al 1651 da Carlo Antonio Buono - nell’atto appunto di benedire i pellegrini di passaggio. La figura dell’austero San Carlo - cugino del cardinale Federico Borromeo, durante il cui episcopato prese avvio il progetto di realizzazione del Sacro Monte - introduce il pellegrino al tema della penitenza e della meditazione sul dolore, tema centrale per il percorso spirituale di chi affronta questo tratto della Via Sacra.

L’intervento si è rivolto al recupero e al consolidamento di tutti i frammenti in procinto di distacco e al restauro della superficie decorata in pietra, compromessa dalla continua esposizione agli agenti atmosferici.

Gli intonaci si trovavano in pessimo stato di conservazione a causa del deposito di particellato, dell’attacco biologico da parte di muschi e del degrado causato dall’umidità di risalita e di percolazione, con conseguente presenza di efflorescenze saline, sollevamenti e sgretolamento degli strati.

La continua esposizione delle parti in pietra agli agenti atmosferici e al ruscellamento dell’acqua, ai cicli di gelo e disgelo, ha provocato fessurazioni, fratture e perdita di materiale, compromettendo anche la stabilità dei pezzi. In alcuni punti erano visibili anche gravi fratture con spaccature scomposte e perdita di parte del materiale già in procinto di distacco, con erosione e ossidazione degli elementi di sostegno, depositi biologici di muschi e licheni e presenza di vegetazione a contatto della pietra o tra le sigillature venute a mancare.  La copertura in coppi presentava deposito di terriccio, presenza di muschi e fenomeni di gelività con fratturazione di alcuni coppi.

Il restauro conservativo della struttura ha permesso di restituire una lettura unitaria del monumento e della sua originaria decorazione.

È stata realizzata una battitura manuale di tutte le superfici intonacate al fine di rilevare sollevamenti e nel contempo sono state rimosse le parti ammalorate e pulita la muratura. Su tutte le superfici è stata eseguita la pulizia a secco con pennelli e gomme morbide, completando l’intervento con la raschiatura delle superfici e l’applicazione di acqua demineralizzata in sospensione con carta assorbente. Nelle zone dove l’intonaco era venuto a mancare e nelle parti dove sono stati asportate le parti ammalorate o rappezzi cementizi, si è proceduto con una prima integrazione con malta di calce idraulica naturale e con l’apposizione di reti di rinforzo, con aggiunte di pietra o laterizio e ripristino dell'intonaco. Sulle parti di intonaco rifatto è stato applicato uno strato di rasatura e su tutte le parti ad intonaco è stata poi stesa la nuova colorazione.

Le superfici in pietra sono state dapprima spolverate, eliminata la vegetazione superiore ed eseguita la pulitura con spray d'acqua a bassa pressione, si è passati al trattamento biocida e agli impacchi desalinizzati. Tutte le parti lapidee e i loro ancoraggi sono stati sottoposti a verifica e sono state eseguite le stuccature necessarie.

Per quanto riguarda le coperture è stata realizzata dapprima la verifica manuale di tutti i coppi del tettuccio e delle le lastre di sommità; successivamente è stata eseguita la sigillatura tra le lastre e la verifica dei punti critici. Il manto in coppi della copertura è stato completamente smontato, eseguito il recupero per riutilizzo dei soli coppi sani, e rimontata con integrazione di coppi nuovi, fermati uno ad uno con ganci a S in rame e inseriti i ganci fermaneve tra le prime due file.



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